Nella Resistenza del nord durante il secondo conflitto mondiale era conosciuto come “Giacomo” e fu lui ad uccidere Benito Mussolini, il cui cadavere, il 28 aprile del 1945, fu esposto al pubblico a Piazzale Loreto . Il nome reale di Giacomo è Bruno Lonati e si è spento oggi, all’età di 94 anni, nella sua casa di Brescia. Leonati ha confessato di aver ucciso il duce e la sua compagna Claretta Petacci solo nel 1994, in un memoriale che racconta la dinamica dei fatti. Erano poco dopo le 11.00, in una stradina a Bonzanigo di Mezzegra, sul lago di Como, nell’ambito di una missione segreta diretta dall’agente segreto inglese John Maccaroni, detto “il capitano John”, ufficiale dello Special Operations Executive (Soe).
Fino ad allora l’uccisione del dittatore fascista era attribuita alla mano fu del partigiano comunista Walter Audisio, nome di battaglia “Colonnello Valerio”, assieme ai suoi compagni Michele Moretti e Aldo Lampredi. A consolidare la cronaca dei fatti, ampliandoli con nuovi particolari, è stato il giornalista e storico Luciano Garibaldi, nel 2002 pubblicando il libro “La pista inglese. Chi uccise Mussolini e la Petacci”.
Lonati ha effettuato l’assassinio nell’ambito di un’azione che aveva un fine preciso: Lo scopo della missione, nel racconto del partigiano, sarebbe stato quello di impedire la diffusione del contenuto del presunto carteggio tra Winston Churchill e Mussolini. Il “carteggio Churchill-Mussolini” non poté essere recuperato, ma, dopo aver effettuato alcune foto ai cadaveri, l’agente inglese, avrebbe concordato il silenzio di Lonati.
Bruno Lonati era nato a Legnano il 3 giugno 1921 e fino il 1956 ha lavorato alla Franco Tosi, anni nei quali prestò anche servizio alla leva militare e combatté nella Resistenza partigiana in Valle Olona e poi a Milano: fu commissario politico della 101a Brigata Garibaldi e comandante di una divisione partigiana formata da tre brigate operanti nel capoluogo lombardo. Trasferitosi a Torino nel 1958, ha poi ricoperto incarichi dirigenziali alla Fiat. Dopo il 1980 ha diretto a Bari un’importante società metalmeccanica; è stato poi consulente industriale e ha scritto diversi libri di carattere tecnico. Dopo la pensione Lonati si stabilì a Brescia.