Nel primo semestre del 2016 sono aumentati i suicidi per motivi economici: + 20% rispetto alla seconda metà dello scorso anno. E’ quanto emerge dalla ricerca effettuata da Link Campus University. Un dato preoccupante, aggravatosi soprattutto nel mese di luglio, quando sono stati registrati 19 casi di suicidi. In totale, arrivano a 81 i suicidi per motivi economici che si sono registrati in questo 2016.
La maglia nera spetta alla Campania, regione in cui ci è registrato il maggior numero di vittime (13,6 %), seguita poi da Sicilia, Lombardia, Lazio e Marche. La maggior parte dei suicidi sono “avvenuti nelle regioni del Centro Italia (27,2%) e il Sud al 25,9% – spiega il direttore di Link Lab, Nicola Ferrigni – In sensibile diminuzione sia il Nord-Est che il Nord-Ovest, rispettivamente con il 17,3% e 16%, mentre il dato cresce nelle Isole, ora al 13,6%, con un forte incremento in Sicilia“. Per quanto riguarda la condizione professionale delle vittime, oltre la metà (50,6%) dei casi coinvolge i disoccupati mentre scende al 34,6% (contro il 46,1% fatto registrare nel 2015) la percentuale di imprenditori suicidi.
Si segnala inoltre un incremento significativo di vittime di età compresa tra i 45 e i 54 anni, cui fa da contraltare un costante andamento della fascia d’età dei 55-64enni, ma soprattutto il calo del numero di vittime tra i più giovanissimi: dall’inizio dell’anno complessivamente l’8,7% delle vittime aveva meno di 35 anni. Nel complesso, dal 2012 al primo semestre 2016 è sempre il Veneto la regione epicentro del fenomeno, mentre le province più colpite sono Venezia, Padova, Napoli, Salerno e Treviso.
Questi dati, uniti ai risultati economici ottenuti dall’Italia negli ultimi anni, confermano che il periodo di recessione iniziato nel 2008 è tutt’altro che finito. Proprio negli giorni scorsi, infatti, vi avevamo parlato della brusca frenata del Jobs Act che, negli ultimi mesi, ha prodotto scarsi risultati nel mondo del lavoro. In generale, la tendenza economica italiana non è positiva. Anche le stime del PIL sono in ribasso rispetto a quanto era stato preventivato dal Governo. In particolare, aumenta lo squilibrio economico tra Nord e Sud, come dimostrano anche questi dati sui suicidi per motivi economici, in aumento nel Meridione.
Lo scorso aprile vi avevamo scritto della forte discrepanza economica, culturale e sociale che intercorre tra i due pezzi d’Italia. A dispetto degli altri paesi dell’UE, l’Italia cresce a ritmi più bassi e non riesce ad uscire definitivamente dalla crisi. Al contempo, aumentano i problemi del Sud Italia. Sebbene il Governo continui ad affermare che la crisi è ormai passata, la situazione economica reale, al di la di slogan e promesse da campagna elettorale (non mantenute), mostra un’Italia ancora in forte crisi.