La DIA, Direzione Investigativa Antimafia, ha condotto in arresto l’ex ministro berlusconiano Claudio Scajola, già protagonista dei fatti del G8 di Genova, per aver tolto la scorta a Marco Biagi che morì poco dopo, e per essersi ritrovato proprietario di una casa con vista sul Colosseo pagatagli in parte consistente dal gruppo di Diego Anemone, imprenditore indagato per corruzione, il tutto a sua insaputa. La nuova accusa è quella di aver favorito la latitanza di Amedeo Matacena, ex deputato di Forza Italia e imprenditore di Reggio Calabria condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, il quale voleva giungere in Libano dal Dubai, dove era fuggito appena saputo della sua condanna.
All’arresto di Scajola si è pervenuti a partire dall’indagine “Breakfast”sui fondi neri della Lega Nord, e dunque sui finanziamenti illeciti della ‘Ndrangheta al partito fondato da Umberto Bossi e di cui Matteo Salvini è l’attuale segretario. Da un’intercettazione si è scoperto che la moglie di Matacena, Chiara Rizzo, aveva contattato Scajola affinché la mettesse in contatto con lo stesso personaggio che ha aiutato Marcello Dell’Utri, cofondatore insieme a Silvio Berlusconi di Forza Italia, a rifugiarsi nello stesso Libano nel momento in cui è scattata per lui la condanna per essere l’intermediario tra la mafia e Berlusconi, il quale lo ha sempre difeso pubblicamente.
Insieme a Scajola è stata arrestata anche Roberta Sacco, la sua segretaria, oltre alla moglie e alla madre di Matacena, Martino Politi e Antonio Chillemi, tutti con la stessa accusa: avere “agevolato Matacena ad occultare la reale titolarità e disponibilità dei suoi beni, nonché di averne favorito la latitanza all’estero”. In seguito inoltre alle perquisizioni in varie regioni d’Italia, e al sequestro di un certo numero di società italiane collegate a società estere, la Dia ha posto in essere un sequestro dal valore di circa 50 milioni di Euro.
Scajola si è proclamato “sconvolto e sconcertato”, un atteggiamento del tutto simile a quello avuto quando ha scoperto che qualcuno, a sua insaputa gli aveva pagato la casa. Silvio Berlusconi invece gli ha espresso la propria solidarietà, affermando di essere addolorato per l’arresto di un altro dei suoi fedelissimi.
Ecco perciò un piccolo quadro delle trame che si celano dietro la politica italiana degli ultimi 20 anni, di cui ha fatto parte quella Lega Nord che fino a ieri si è dichiarata pura buttando veleno su Roma quale centro del potere, e sul Sud quale focolaio di criminalità da cui provengono tutti i mali del Nord. Una Lega Nord che il 5 e il 6 Maggio ha avuto, attraverso la persona del segretario Salvini, la faccia tosta di predicare e venire a caccia di voti al Meridione.