Politica

De Magistris attacca il M5S: “Immunità a Salvini perché sono attaccati alla poltrona”

Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris è intervenuto sul terremoto politico in corso a Roma, che ha finito per coinvolgere moralmente anche l’amministrazione cittadina.

“Le vicende paiono essere gravissime. Chiaramente parliamo di indagine preliminare, quindi non dobbiamo affrettarci nel ritenere gli indagati già colpevoli, ma il contesto complessivo è di una gravità inaudita. Le parole di Di Maio tardive, non convincenti. Quando c’è stata l’inchiesta sullo stadio e su altro abbiamo ascoltato da loro parole flebili, molto deboli, quindi adesso è molto facile prendere le distanze. Noi abbiamo in Dema una consigliera comunale che è uscita dal M5S proprio sulla vicenda dello stadio e che porta in consiglio comunale la sua battaglia che nasce proprio da quello che è accaduto su queste vicende, la politica della novità dell’apparenza.

“Mi sembra tutto prima Repubblica. Ormai li stiamo conoscendo, oggi voteranno pure l’immunità a Salvini. Poi il Presidente del Consiglio Comunale non è l’ultimo attivista del M5S. Ripeto, trovo assolutamente non convincenti le argomentazioni del leader del M5S. Ormai hanno abdicato sulla questione morale: ne prendiamo atto, l’onestà non è una parola ma una stile di vita. Votare l’immunità a Salvini fa capire definitivamente come la pensano sulla casta, sulla politica e sul salvare solamente la loro poltrona, perché se votassero l’autorizzazione a Salvini significherebbe probabilmente la crisi del contratto di Governo. Un contratto molto cementificato sulla voglia di casta e la voglia di poltrona”.

La Raggi dovrebbe dimettersi? Secondo il sindaco di Napoli no, perché “Fare il sindaco è molto difficile. Io non mi permetto di giudicare quello che sta accadendo a Roma. Faccio una valutazione di questione davvero gravi, è grave che si sia affidato a uno come Lanzalone il ruolo di essere di fatto un consulente del Comune di Roma, il modo in cui ci si siede a tavola tra imprenditori e politici. Questo è qualcosa che abbiamo già conosciuto nella storia d’Italia.

“Chi si è presentato e ha preso voti per il cambiamento, per quello che si è visto negli ultimi tempi a Roma tra arresti che non sono stati pochi, sicuramente non passerà alla storia come l’amministrazione del cambiamento come testimoniando anche ex militanti ed attivisti del Movimento 5 Stelle. Non è tanto l’arresto il problema, ma il sistema che si è messo in campo prima, durante e dopo la campagna elettorale”.