ROMA – E crisi di governo fu. Una giornata concitata, quella di ieri, che in serata ha confermato la crisi definitiva dell’alleanza gialloverde. Un susseguirsi di dichiarazioni, attacchi, vertici e commenti da parte delle forze politiche. Ma andiamo con ordine.
Ad inaugurare la crisi è stata, alle 14.46, la seguente nota della Lega: «L’Italia ha bisogno di certezze e di scelte coraggiose e condivise, inutile andare avanti fra no, rinvii, blocchi e litigi quotidiani. No a rimpasti, no a governi tecnici, l’unica alternativa è il voto».
Ad inasprire la distanza con il M5s, le divergenze sulla TAV: «C’è la consapevolezza e la presa d’atto che – continua la nota della Lega – dopo le tante cose buone fatte, da troppo tempo su temi fondamentali per il Paese come grandi opere, infrastrutture e sviluppo economico, shock fiscale, applicazione delle autonomie, energia, riforma della giustizia e rapporto con l’Europa tra Lega e 5 Stelle ci sono visioni differenti. Il voto sulla Tav ne è solo l’ultima, evidente, irrimediabile certificazione».
Immediata la replica del M5s: «La nota della Lega è incomprensibile. Dicano chiaramente cosa vogliono fare. Siano chiari».
Alle 17.00 Salvini raggiunge Palazzo Chigi per un vertice, di oltre un’ora, con Giuseppe Conte. A seguito dell’incontro, Salvini ha confermato la crisi di governo: «L’ho ribadito oggi al Presidente Conte: andiamo subito in Parlamento per prendere atto che non c’è più una maggioranza, come evidente dal voto sulla Tav, e restituiamo velocemente la parola agli elettori».
Istantanea la reazione di Di Maio: «Il M5s è pronto ad andare al voto, mentre la Lega ha preso in giro il Paese. Della poltrona non ci interessa e non ci è mai interessato nulla, ma una cosa è certa: quando prendi in giro i cittadini, prima o poi ne paghi le conseguenze».
In merito alla possibilità del voto anticipato, Di Maio ha proposto il rinvio per il dopo settembre. «C’è una riforma a settembre fondamentale – ha dichiarato il ministro del Lavoro – che riguarda il taglio definitivo di 345 parlamentari. E’ una riforma epocale, tagliamo 345 poltrone e mandiamo a casa 345 vecchi politicanti. Se riapriamo le Camere per la parlamentarizzazione, a questo punto cogliamo l’opportunità di anticipare anche il voto di questa riforma, votiamola subito e poi ridiamo la parola agli italiani. Votiamo il taglio di 345 poltrone e poi andiamo alle urne».
Alle 22.50 arriva la prima dichiarazione di Giuseppe Conte sul vertice a Palazzo Chigi. Il presidente del Consiglio ha confermato l’intenzione di Salvini: «di interrompere questa esperienza di governo e di andare a votare per capitalizzare il consenso di cui la Lega gode attualmente. Riferirò in Parlamento sulla situazione e ho già chiarito a Salvini che farò in modo che questa crisi da lui innescata sia la più trasparente della storia repubblicana».
Dure le reazioni delle altre forze politiche, che certificano la crisi di governo. Mariastella Gelmini (Forza Italia) ha così commentato il susseguirsi di dichiarazione tra Lega e M5s: «La maggioranza non c`è più e lo dimostra la giornata di ieri che ci consegna un Governo ormai balneare. Il premier Conte dovrebbe togliere l’Italia da una condizione di imbarazzo e di stallo che non fa bene a nessuno. L`unica soluzione è andare presto al voto».
Dello stesso avviso anche Giorgia Meloni (FDI): «Come sempre sostenuto da Fratelli d’Italia, non è possibile dare all’Italia il governo di cui ha bisogno insieme al M5s di Di Maio, Fico e Toninelli. Bene la Lega che ne ha preso atto. Ora si torni al voto per dare agli italiani il governo sovranista che alle ultime elezioni europee hanno dimostrato di volere. Un Governo che abbia come priorità la difesa dei confini e dell’economia italiani, la riduzione delle tasse e il sostegno a chi crea posti di lavoro».
Anche Nicola Zingaretti (PD) apre le porte alle elezioni: «Siamo pronti alla sfida. Nelle prossime elezioni non si deciderà solo quale governo ma anche il destino della nostra democrazia, della collocazione internazionale del nostro Paese. Il Pd chiama a raccolta tutte le forze che intendono fermare idee e personaggi pericolosi. Da subito tutti al lavoro, insieme, per fare vincere l’Italia migliore».