L’instaurazione della crisi di governo da parte di Matteo Salvini era nell’aria. Gli unici che non si aspettavano questa doccia gelata erano, forse, alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle, stando al loro comportamento delle ultime settimane. Luigi Di Maio ha difeso fino all’ultimo l’ex alleato, per quanto riguarda la questione della moto d’acqua della polizia, ed in Parlamento i pentastellati hanno abbassato la testa quando si è votato il Decreto Sicurezza Bis.
Passata anche la TAV con l’aiuto del Partito Democratico, la missione era conclusa per Salvini che ha ottenuto tutto ciò che poteva in questi ultimi 14 mesi. Sul taglio delle tasse i grillini non gli avrebbero consentito di oltrepassare dei limiti, dunque il governo poteva cadere. E così è stato.
Solo dopo essere stato sedotto e abbandonato Di Maio ha scelto di attaccare frontalmente Salvini, mentre nei giorni scorsi si era chiuso in un sostanziale silenzio quando il leghista attaccava Danilo Toninelli e Sergio Costa. A crisi di governo aperta, vorrebbe che prima delle elezioni si votasse la riduzione del numero di parlamentari. A Salvini frega qualcosa? Staremo a vedere. Questo l’intervento del Ministro del Lavoro:
“Qualcuno vuole che il governo cada oggi, 8 agosto. Bene, noi siamo pronti, della poltrona non ci interessa nulla e non ci è mai interessato nulla, ma una cosa è certa: quando prendi in giro il Paese e i cittadini prima o poi ti torna contro. Prima o poi ne paghi le conseguenze. Ad ogni modo, c’è una riforma a settembre, fondamentale, che riguarda il taglio definitivo di 345 parlamentari.
“È una riforma epocale, tagliamo 345 poltrone e facciamo risparmiare agli italiani mezzo miliardo in 5 anni. Soldi che possono essere usati per le scuole, gli ospedali, le strade e non per gli stipendi dei politici.
“Per tornare al voto bisogna comunque passare per il Parlamento. Una volta che si passa per il Parlamento e si riaprono le camere, cogliamo anche l’opportunità per fare subito questa riforma, senza aspettare settembre.
Domani scadono i tre mesi necessari dall’ultimo voto già espresso alla Camera dei Deputati, quindi ogni finestra è buona per approvare la legge e rendere il Parlamento più efficiente e meno affollato. Poi ridiamo subito la parola agli italiani.
“Il mio è un appello a tutte le forze politiche: votiamo il taglio di 345 poltrone e poi voto.
Noi non abbiamo paura. Noi pensiamo a fare quello che la politica non ha mai avuto il coraggio di fare!”.