Politica

Renzi lascia il PD e fonda un suo partito: “Basta difendermi, voglio combattere”

Matteo Renzi lascia il PD con l’obiettivo di creare gruppi autonomi e di fondare un suo partito politico. L’ha annunciato in una telefonata al premier Giuseppe Conte, scatenando al tempo stesso un’accesa polemica all’interno del PD.

Renzi, però, non è l’unico a prendere questa decisione. Una trentina di parlamentari, circa venti deputati e una decina di senatori daranno vita a gruppi autonomi, ma continueranno a far parte della maggioranza e a sostenere in Parlamento il governo PD-M5S. In un’intervista rilasciata a Repubblica a firma di Annalisa Cuzzocrea, l’ex Presidente del Consiglio spiega le ragioni della sua scelta e delinea chiaramente i suoi obiettivi.

I gruppi autonomi nasceranno già questa settimana“, annuncia Renzi, “e saranno un bene per tutti. Zingaretti non avrà più l’alibi di dire che non controlla i gruppi PD perché saranno “derenzizzati”. E per il governo probabilmente si allargherà la base del consenso parlamentare, l’ho detto anche a Conte“. Una previsione che non nasconde però una punta di amarezza.

Mi hanno sempre trattato come un estraneo, come un abusivo, anche quando ho vinto le primarie“, sostiene l’ex premier. Una situazione insostenibile che richiedeva una svolta decisiva. In questo senso, per i nascenti gruppi autonomi ci sono già grandi progetti in corso.

Voglio passare i prossimi mesi a combattere il salvinismo nelle piazze, nelle scuole, nelle fabbriche. Faremo comitati ovunque. Non posso farlo se tutte le mattine devo difendermi da chi mi aggredisce in casa mia”. Insomma, Renzi lascia il PD, ma si pone anche un obiettivo significativo e ambizioso per il suo nuovo partito.

Il nuovo partito di Matteo Renzi, tra l’altro. si presenta già come una sfida sul territorio politico italiano. “Non sarà un partito tradizionale, sarà una casa. E sarà femminista con molte donne di livello alla guida. Teresa Bellanova sarà la capo delegazione nel governo. Una leader politica, oltre che una ministra“.

È significativo che l’ex premier scelga come leader del suo nuovo partito la nuova ministra dell’Agricoltura, una delle figure più attaccate fin dal giorno del suo giuramento. Non ci resta che attendere il fiorire dei gruppi autonomi di cui parla l’ex premier, valutando nel corso del tempo il loro ruolo nella politica italiana, in particolare. nella lotta al salvinismo.