Da “Renzi vattene” all’accordo: de Magistris toglie la bandana e abbraccia la poltrona


C’era una volta un sindaco che sul palco, durante la campagna elettorale del 2016, urlava Renzi vattene a casa, oppure Renzi ti devi cacare sotto. Un sindaco, Luigi de Magistris, che parlava di Napoli capitale, di Napoli deRenzizzata, che fino allo scorso settembre ha dipinto Matteo da Firenze quale uno dei più grandi mali per l’Italia. Nessuno avrebbe immaginato che a distanza di neanche quattro anni tra i due ci sarebbe stata forse non un’amicizia, ma sicuramente un’intesa, un accordo, un patto di non belligeranza. Chiamatelo come volete.

Dalla bandana arancione e gli slogan antisistema ne è passata di acqua sotto i ponti. I Napoletani, generalmente soddisfatti del primo mandato di Luigi de Magistris, gli hanno confermato fiducia facendolo restare sul trono di Palazzo San Giacomo, ma l’evoluzione – involuzione direbbe qualcuno, anzi molti – di re Giggino è stata tale che ben presto gli hanno fatto mancare sostegno. Non gode più della stessa popolarità, perfino i centri sociali lo hanno abbandonato, sedotti e abbandonati dall’ex magistrato che ha imparato il politichese.

Il cardine di tale visione è la candidatura di Sandro Ruotolo alle elezioni suppletive del Senato. Un nome che de Magistris ha sùbito rivendicato come sua scelta nonostante il patto con il PD prevedesse altro, ed infatti tra i democratici c’è chi non l’ha presa affatto bene. Nulla di importante ad ogni modo, è bastato chiudere un occhio (ammesso che ne fosse rimasto uno da chiudere, sapete…) per tornare amici come prima.

Una larga intesa, ma il sindaco di Napoli ci tiene a precisare: “È una sperimentazione, non un’alleanza di partito, che se dovesse andare bene potrebbe significare che viene ben vista l’idea di un campo largo e allora a marzo non bisognerà perdere tempo in vista delle Regionali”. Insomma, prende le distanze ma poi dice di essere pronto all’alleanza per la scalata a Palazzo Santa Lucia. Non è politichese questo?

Tuttavia, udite udite, ciò che sorprende di più è l’adesione di Italia Viva nel sostegno di Sandro Ruotolo. Una chiara dinamica all’italiana anche qui: Matteo Renzi prima ha creato le condizioni per un governo giallorosso, poi è uscito dal PD per fondare il proprio partito e adesso collabora non solo con il suo ex partito, ma perfino con uno degli acerrimi nemici di un tempo. Un detto afferma che chi non cambia mai idea è stupido, ma a vedere certe cose più che all’intelligenza si pensa al richiamo della poltrona. Un altro detto ancora, infatti, precisa che a pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina.


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