Campania già in ginocchio, che ha fatto De Luca? Il Covid non si vince con il cabaret

Vincenzo De Luca con il lanciafiamme. L'immagine divenuta celebre durante la pandemia da Covid


La Campania è stata l’ultima regione ad aprire le scuole e la prima a chiuderle. È palesemente non in grado di affrontare l’emergenza coronavirus (lo affermano i medici), che è alle primissime fasi della cosiddetta seconda ondata: Vincenzo De Luca, che detiene la delega alla Sanità, sa benissimo in quali condizioni versi l’organizzazione sanitaria regionale, per cui le decisioni forti, le restrizioni durissime, le chiusure vanno lette anche alla luce di tale circostanza.

Finché c’è stato il lockdown il presidente ha avuto gioco facile. L’infezione sembrava sotto controllo rispetto al Nord ed in particolar modo la Lombardia, anche se gli esigui numeri sui contagi dovevano essere giustificati in ragione del numero limitatissimo dei tamponi eseguiti. In poco tempo è riuscito ad aumentare il numero di posti letto di degenza ordinaria, terapia intensiva e sub intensiva a disposizione, dei quali per fortuna non abbiamo avuto bisogno nei mesi scorsi, ma comunque in numero non sufficiente rispetto al reale bisogno.

Il timore dei contagi e le immagini terribili provenienti da Bergamo hanno convinto la cittadinanza della giustezza delle restrizioni più severe imposte da De Luca, attorno al quale si è creata l’aura del pater familias che ha la migliore soluzione per tutto, che si prende cura impeccabilmente di milioni di abitanti.

Le dirette cabaret hanno fatto il resto: i lanciafiamme, i fratacchioni e i cinghialoni in corsa sul lungomare hanno aumentato la sua popolarità in maniera esponenziale, creando un personaggio che ha varcato i limiti nazionali ed addirittura europei, trovando posto perfino sull’account Instagram di Naomi Campbell.

Il liberi tutti è avvenuto durante la campagna elettorale, periodo in cui il pater familias ha posato il bastone per non vedere scemato il consenso. Nel frattempo i positivi al coronavirus, quelli provenienti dalle altre regioni e soprattutto i campani non individuati precedentemente per le carenze nell’effettuare i tamponi, sono stati lasciati liberi di fare praticamente tutto. Il lanciafiamme è stato rispolverato, guarda caso, nel giro di pochissimi giorni dopo la rielezione: è mai possibile che la situazione sia precipitata all’improvviso? O forse era già grave, ma si è aspettato l’esito delle urne?

Nel frattempo la sanità campana non è stata adeguatamente rinforzata. Il lanciafiamme è stato davvero posato in cantina, ma in estate, anziché puntarlo sui campani, doveva essere puntato sul governo centrale che da decenni sta togliendo risorse alla Campania e al Sud. Qualche volta Vincenzo De Luca ha effettivamente alzato la voce, ha promesso la guerra, ha minacciato, tuttavia è stato un fuoco di paglia durato il tempo di una battuta. Vietare, chiudere tutto è facile. Il buon governo però consiste, deve essere considerato il fare qualcosa per evitare che le criticità del passato possano ripetersi, per evitare che possano presentarsi problemi. Che ha fatto Vincenzo De Luca in estate?

 


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