Catello Maresca prossimo sindaco di Napoli? “Mi avvalgo della facoltà di non rispondere”


Mancano pochi mesi alle elezioni comunali di Napoli 2021 e già comincia a circolare qualche nome tra i candidati a succedere a Luigi de Magistris. Quest’ultimo ha indicato in Alessandra Clemente la sua candidata, ma un suo avversario potrebbe essere un altro magistrato, Catello Maresca, che ha avuto il merito di mettere in ginocchio il clan dei casalesi.

In realtà Maresca non conferma né smentisce l’ipotesi: “mi avvalgo della facoltà di non rispondere”, ha detto nel corso della trasmissione Barba&Capelli in onda stamattina su radio Crc. Ad ogni modo, ha affermato che sta “lavorando a un grande progetto di impegno civile e ogni giorno faccio politica”.

Sulla situazione delle carceri il sostituto procuratore sottolinea: “Amnistia e indulto sono certificazioni di una sconfitta dello Stato. La detenzione è un settore nevralgico e più che interventi di questo tipo servono quelli strutturali. La normativa che hanno replicato come a marzo, un ‘indultino’, non serve. In queste condizioni serve un provvedimento radicale con la sospensione della detenzione carceraria in quella domiciliare controllata attraverso i braccialetti e il personale: bisogna diminuire di 20mila unità. Altrimenti si perde il controllo della situazione epidemiologica nelle carceri”.

Sul rischio infiltrazioni criminali nelle proteste e nell’economia in crisi di questo Paese Catello Maresca critica Governo e regioni: “Il tessuto sociale è purtroppo facilmente infiammabile da promesse mancate e poca chiarezza complessiva nella gestione dell’emergenza con balletto tra Stato, regioni e comuni. Questo ha provocato difficoltà e la situazione è esplosiva, va controllata per evitare scene violente con le infiltrazioni di chi non ha che a fare con la protesta. Più aumentano le zone rosse più aumenta disagio e malcontento che purtroppo poi deve essere gestito”.

E aggiunge: “Il rischio delle mafie nelle imprese è reale con indagini che lo hanno già certificato. La Campania ce lo insegna dopo il terremoto con il clan dei casalesi che fece il salto di qualità da mafia rurale a quella imprenditoriale. Nelle crisi le mafie diventano più potenti proiettandosi nel mondo legale per acquisire attività economiche”.


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