Bisogna incominciare a cambiare l’illusoria opinione secondo cui l’industria e le attività produttive non fanno politica, ma si occupano solo di attività produttive e di sviluppo economico.
Marchionne e la Fiat la fanno e come la politica, e soprattutto da quando è stato messo in chiaro che il potere operaio è in ginocchio, i sindacati si sono venduti e hanno venduto i lavoratori, la politica istituzionale e tecnocratica ha azzerato 40 anni di lotte sociali per la difesa di un’Europa ideologica e di capitali. La politica si fa quando qualcuno decide chi noi siamo, e, in base a ciò che è stato stabilito, comanda!
Oggi gli imprenditori, o meglio i padroni, fanno il buono e il cattivo tempo, soprattutto se dispongono di un potere economico e politico multinazionale immenso, che permette di orbitare in terra patria e all’estero come se si fosse una divinità ubiqua. L’invisibilità di Marchionne sembra dargli ancora più potenza e intoccabilità; e allora se innumerevoli sentenze dei Tribunali della Repubblica, tra cui l’ultima di Nola, decidessero per il reintegro al lavoro dei licenziamenti a sfondo politico del 2007, non cambierebbe nulla, perché tanto tutto rimbalzerebbe e nulla ricadrebbe su di lui.
Marchionne conserva un fascicolo da “polizia politica” per ogni operaio ed ha materiale a sufficienza per giustificare l’operato dell’azienda e l’inapplicabilità delle sentenze del tribunale di turno. Se poi ciò mettesse in discussione libertà costituzionalmente garantite non farebbe nulla, tanto chi è che andrebbe a cercarlo per imporgli una sentenza?
A Pomigliano la Costituzione e il potere giudiziario sembrano morire. Seguirà il rincaro della lotta politica con la riorganizzazione dei lavoratori salariati o si lascerà carta bianca ai “Signori” e ai loro galoppini? Come in altre realtà produttive dell’oggi i lavoratori stanno zitti, hanno paura, e obbediscono volontariamente, calano la testa di fronte i Signori.
Cosa sarà? Psicologia di massa o critica all’economia politica carente? Troppa politica in questioni di lavoro o troppo poca politica e organizzazione della lotta per il lavoro?