Catello Maresca al Palazzo Mediceo di Ottaviano per parlare di Città Metropolitana e PNRR


Si è tenuto ieri pomeriggio nel serafico e verdicante contesto del Palazzo Mediceo di Ottaviano, sede dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio, l’incontro a tema politico “Il ruolo della Città Metropolitana di Napoli per l’attuazione del Piano di Ripresa” al quale hanno preso parola, sul palco allestito per l’occasione nel chiostro del millenario castello realizzato in età longobarda, il sindaco di Ottaviano Luca Capasso, l’europarlamentare Aldo Patriciello ed il magistrato Catello Maresca, candidato a sindaco della Città Metropolitana di Napoli per la compagine del centro-destra. Seduti in platea vari sindaci dell’area vesuviana e nolana, tra cui il sindaco di San Giuseppe Vesuviano Vincenzo Catapano, il sindaco di Somma Vesuviana Salvatore Di Sarno ed il sindaco di Terzigno Francesco Ranieri.

Il leitmotiv della colloquiale assise verteva su una riflessione perlopiù negativa sull’istituzione stessa delle Città Metropolitane a discapito delle vecchie e canoniche Province in quanto, a detta del comune pensiero in linea col filone maggioritario dell’area liberale e reazionaria, ciò ha drasticamente ridimensionato la rappresentanza politica dei cittadini, soprattutto in un’area come quella del circondario che attornia la città partenopea, la quale conta ben 92 comuni ed una popolazione che supera i 3 milioni di abitanti, nonché negato la possibilità di eleggerne direttamente i rappresentanti. Non sono inoltre mancate frecciatine sull’attuale Amministrazione Metropolitana rea, secondo le opinioni dei rappresentanti politici che vi hanno preso parte, di aver trascurato totalmente l’hinterland sia in termini di impegni concreti che di attitudine all’incontro con i vari amministratori locali durante i due mandati consecutivi dello schieramento politico di maggioranza (la lista capeggiata da Luigi De Magistris, ndr). Non sono mancati però auspici per una futura ripresa di Napoli e di tutto il Mezzogiorno la quale però passa necessariamente attraverso la spesa diligente e mirata dei prossimi fondi previsti dal Piano di Ripresa i quali, benché a debito, rappresentano il volano del riscatto economico e politico di tutto il Sud Italia.

Il primo ad esternare le proprie vedute è stato il primo cittadino del Comune che ha ospitato il breve convegno, ossia Luca Capasso il quale non ha lesinato critiche alla modalità di assegnazione ai comuni dei precedenti fondi europei nonché all’attuale organizzazione amministrativa previste dallo statuto stesso delle Città Metropolitane: <<La fortuna degli ultimi anni, ovviamente non me ne vogliano gli esponenti delle passate Amministrazioni comunali, è che c’è stata davvero una grande collaborazione tra tutti i sindaci dell’area napoletana, e nel mio caso soprattutto tra quelli dell’area vesuviana e del medio sarnese, come ad esempio col primo cittadino di Terzigno, di Poggiomarino, di Somma Vesuviana e tanti altri e questo secondo me ha rappresentato una vera e propria svolta nonché un riscatto socio-politico di tutto l’areale vesuviano e nolano, una sinergia di intenti e di cooperazione che forse negli anni addietro non c’era. Però ahimè questo spirito collaborativo e associativo non basta, perché ogni areale ha problematiche specifiche ed esigenze diverse ed è proprio di questo importantissimo aspetto che voglio dibattere con Catello Maresca, che intanto ringrazio infinitamente per essere venuto qui e che, sono certo, sarà il nostro prossimo sindaco metropolitano. La mia proposta, nonché quella della mia giunta, la quale spero sia condivisa da tutte le altre amministrazioni locali della ormai ex Provincia di Napoli, è che la Città Metropolitana venga suddivisa in “zone”, in “macro-aree”. Bisognerebbe creare quattro-cinque macro-aree in ognuna delle quali poter eleggere direttamente un rappresentante che funga da relatore e mediatore tra i vari sindaci dei Comuni che fanno parte di quella data macro-area e il sindaco metropolitano stesso, perché non è possibile che gli amministratori locali debbano fare i salti mortali per poter interagire col sindaco metropolitano e far sentire le proprie istanze. Inoltre credo debbano essere elargiti più fondi ai comuni meno popolosi: dato che i soldi vengono proporzionati in base al numero di abitanti, mi rendo conto che le comunità medio-piccole non riescono a portare avanti dei progetti di rilancio incisivi. Di conseguenza colgo anche l’occasione per parlare dei prossimi finanziamenti in arrivo dalla Comunità Europea, finanziamenti che come ben sappiamo sono a debito e che dunque graveranno sulle spalle dei nostri figli e che quindi l’attuale classe politica e dirigente ha il dovere morale di spenderli nel migliore dei modi, di farli fruttare appieno per le generazioni future in modo da rilanciare l’economia e creare nuovi posti di lavoro.>>

Dopodiché c’è stato l’intervento dell’europarlamentare Aldo Patriciello il quale ha proposto una visione di politica moderna ed al passo coi tempi: “Gli amministratori locali devono scrollarsi di dosso le modalità della vecchia politica, non devono aspettare che siano i vertici del Governo Centrale a proporre dei progetti da attuare nei loro territori ma devono attivarsi, presentare progetti, fare proposte e continue richieste perché i soldi che arriveranno rappresentano un’occasione unica, il famoso treno che passa una sola volta. L’Italia avrà a disposizione oltre 300 miliardi di euro, perché ai circa 240 miliardi del Piano di Ripresa bisogna aggiungere i Fondi Strutturali 2021-2027 e di questi 300 miliardi ben il 40% è destinato al Mezzogiorno. Ovviamente starà poi all’autorevolezza del Governo Centrale evitare furbizie e strani giochetti che tentino di spostare l’asse di questa percentuale più verso il Centro-Nord, storicamente più forte sul piano dell’influenza economico-finanziaria e su quello della presenza ministeriale. Napoli e il suo hinterland rappresentano la capitale del Mediterraneo, da sempre il punto di riferimento culturale, storico ed identitario dell’intero bacino del Mare Nostrum e quindi mi rivolgo a tutti gli amministratori e ai dirigenti di questa fulgida capitale europea: dimenticate la mentalità ed il modus operandi che ha caratterizzato la vecchia politica, siate rapidi nell’intercettare questi fondi ed investiteli subito nei progetti fondamentali di cui questo importante territorio ha bisogno per poter finalmente risplendere; i punti cardine di questa rinascita sono digitalizzazione, innovazione, rivoluzione verde, transizione ecologica, infrastrutture per mobilità sostenibile, sburocratizzazione, istruzione, ricerca, inclusione sociale e salute. Io ho fatto l’amministratore locale per tanti anni, quindi conosco molto bene gli intoppi e le problematiche burocratiche che affliggono la politica nelle realtà comunali ed inoltre sono europarlamentare da quasi sedici anni e nelle numerose occasioni in cui mi sono recato al Parlamento Europeo di Bruxelles ho avuto la possibilità di osservare da vicino le dinamiche frenetiche che caratterizzano la capitale Belga, soprattutto a livello infrastrutturale e di innovazione tecnologica; cosa invece che purtroppo non vedo a Napoli dove spesso è tutto fermo, i progetti non decollano o partono a stento; basti pensare al rifacimento ex novo di via Marina, la cui cantierizzazione è iniziata da quasi vent’anni ma i lavori non sono ancora terminati. Quindi è questo l’aspetto che mi preme maggiormente esternare; ben vengano tutti questi finanziamenti per il rilancio del Meridione, ma se ci sarà ancora l’obsoleta e statica mentalità politica che ha caratterizzato gli anni passati mai nulla cambierà e questi ingenti fondi rappresenteranno l’ennesima occasione persa. Per concludere mi rivolgo agli amministratori dei singoli comuni: scrollatevi di dosso il concetto che il Comune sia operante solo sul territorio di sua pertinenza, ma anzi di iniziare a pensare a progetti intercomunali e metropolitani. Il mondo è cambiato, così come il modo di pensare e fare politica; i Comuni non sono più delimitati dai confini del loro territorio e questo vale soprattutto per i numerosi centri della Campania che hanno la caratteristica di essere completamente commisti urbanisticamente con le città confinanti, senza alcuna soluzione di continuità. Quindi è necessaria una visione meno campanilistica e territorialistica ma appunto moderna ed intercomunale, soprattutto all’interno di una città metropolitana>>.

Infine è stato il turno del Dottor Catello Maresca, prossimo candidato sindaco alle elezioni comunali della città di Napoli e della pertinente area metropolitana, il quale ha così commentato: <<Condivido appieno ciò che è stato detto poc’anzi dall’europarlamentare Patriciello, questi 300 miliardi che verranno assegnati al nostro Paese dalla Comunità Europea rappresentano un’occasione irripetibile e fondamentale, che per nessun motivo dobbiamo lasciarci sfuggire ma, al contempo, dobbiamo iniziare a pensare in grande anzi, siamo obbligati a pensare in grande. Dobbiamo cogliere al volo questa grandissima opportunità di svolta ma per attuare tutto questo bisogna da un lato scalfire il male principale di questo Paese, che non è la corruzione come tutti potrebbero pensare, ma è la burocrazia la quale è la premessa della corruzione. Il paradosso è proprio questo: la burocrazia, che nasce per evitare i processi di corruzione, finisce per alimentarla. Io, che da tempo sto analizzando la disastrosa condizione economica del Comune di Napoli, che ha un buco di bilancio pesantissimo, mi preoccupo non tanto della cifra debitoria in sé, ma di come questo enorme debito condizionerà il futuro della città perché non consentirà assunzioni, interventi straordinari e investimenti. Questi fondi in arrivo rappresentano dunque non soltanto una grandissima opportunità in quanto garantiranno grande liquidità nel breve-medio periodo, ma anche perché incentiveranno le amministrazioni a cambiare radicalmente le logiche attuative e ad abbandonare le fallimentari modalità risolutive applicate in tutti questi anni, basate meramente sui tagli e sulle liquidazioni dei debiti pregressi, per adottare invece dei modelli di crescita e risanamento incentrati sugli investimenti e sul coraggio di investire; è questo l’unico modo per salvaguardare il futuro dei nostri figli. Come ha già detto chi mi ha preceduto parte di questi finanziamenti sono dei prestiti che vengono concessi al nostro Paese, prestiti che poi dovranno restituire i nostri figli, i quali un domani dovranno avere perlomeno la consapevolezza che i loro genitori hanno saputo fare buoni investimenti. Per questo abbiamo l’obbligo morale di non dilapidare queste ingenti risorse. Infine ritengo che una volta ricevuti questi finanziamenti le politiche di crescita e sviluppo non debbano progredire ed attuarsi con una modalità parcellizzata e contrassegnata da invidie tra le varie amministrazioni territoriali ma che invece debbano rimodularsi in una vera visione metropolitana, la visione comunitaria, sintonica ed identitaria di 3 milioni di abitanti. Secondo la normativa vigente il sindaco metropolitano viene purtroppo eletto unicamente nel Comune Capoluogo e di conseguenza deve poi essere “accettato” dai cittadini residenti negli altri Comuni e, come se non bastasse, nella nostra Città Metropolitana gli impegni rivolti in questi anni all’ascolto e agli incontri con i vari sindaci locali sono stati piuttosto limitati. Ragion per cui, anche se la visione attuativa deve essere come detto globale e sintonica, sono necessari progetti di rilancio specifici per ogni areale del territorio metropolitano. E’ assurdo che nella Città Metropolitana di Napoli ci siano voluti ben cinque anni, per l’esattezza dal 2014 -anno di entrata in vigore delle Città Metropolitane- al 2019, per approvare ed attuare il Piano Strategico Metropolitano, necessario per operare e fissare le modalità operative e che addirittura il Piano Territoriale Metropolitano non sia stato ancora approvato. Diversamente da quello che si potrebbe pensare la figura del sindaco metropolitano ha dei compiti importantissimi e delicatissimi quali ad esempio la tutela dell’ambiente, la gestione del ciclo integrato dei rifiuti, la scuola e i trasporti ed è quindi impensabile che tutte queste competenze non siano mai state fin qui incanalate in una reale ed effettiva programmazione che preveda la continuativa attitudine della Città Metropolitana di Napoli a cooperare con tutti i sindaci locali, cosa che però fin qui è stata fatta marginalmente, basti pensare che la Conferenza dei Sindaci è stata convocata una volta sola. In questo periodo sto girando molto in vari quartieri di Napoli e percepisco anche la voglia che tanti cittadini hanno di partecipare, di sentire un’istituzione vicina. In molti si sono lamentati di non aver mai visto in strada durante eventi o manifestazioni il proprio sindaco e dunque di non aver mai avuto la possibilità di un incontro ravvicinato, di avere rassicurazioni su determinati temi, di esporre un’esigenza o semplicemente di confrontarsi. E invece è proprio questo quello che deve fare la politica: intercettare i bisogni della gente e proiettarsi per elaborare soluzioni. Se questo non avviene significa che siamo in una dimensione sbagliata della politica. Qualora dovessi assurgere alla carica di sindaco mi occuperei marginalmente dell’aspetto formale e burocratico del mio ruolo preoccupandomi maggiormente di cercare continuamente il confronto ravvicinato con la gente, per capire se le risposte che nel frattempo staremo dando siano effettivamente quelle giuste.>>

 


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