Prosegue la battaglia sulla tematica Recovery Fund e scippo di risorse al Sud con lo scopo di dirottarle al Nord. Dopo aver già sottratto 60 miliardi al Mezzogiorno, degli 80 miliardi promessi solo di 22 se ne ha traccia, insieme a diversi escamotage inseriti nel PNRR per favorire i comuni settentrionali, i quali a parità di abitanti possono contare su un numero di dipendenti maggiore rispetto ai comuni meridionali, e quindi lavorare meglio per mettere a punto progetti immediatamente realizzabili. I parlamentari europei hanno accolto la petizione che chiedeva di vigilare sull’assegnazione dei fondi, presa visione dello studio del professor Viesti che mette in luce l’ennesimo tentativo di rapina ai danni dei cittadini meridionali.
Mercoledì 21 luglio è stata organizzata, dalla rete Recovery Sud insieme al Movimento 24 Agosto Equità Territoriale, una manifestazione a Montecitorio, sede della Camera dei Deputati. Lo scopo è quello di chiedere la corretta assegnazione dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: non un euro di meno, non un euro di più di quanto spetta al Sud.
L’appuntamento è alle ore 15 e può partecipare chiunque lo voglia. È stata già annunciata la presenza dei senatori Saverio De Bonis e Gregorio De Falco, con il Movimento 24 Agosto per l’Equità territoriale, e con i Liberi Agricoltori di Puglia, Basilicata, Calabria, Campania, Sicilia e Sardegna.
“La quota di fondi destinata al Mezzogiorno – scrive la rete Recovery Sud, formata da circa 600 sindaci dei comuni meridionali – distribuita in Italia in netta difformità rispetto ai criteri europei, che ritenevano più meritevoli di sostegno le regioni ad alto tasso di disoccupazione e a basso Pil procapite, potrebbe ora ridursi al lumicino. La ragione è semplice: i fondi destinati ai territori saranno assegnati attraverso bandi che i Comuni meridionali (decimati nel personale, spesso colpiti dal dissesto e privati di risorse grazie al sistema della spesa storica introdotto dal federalismo fiscale) con difficoltà riusciranno a intercettare”.
Il ministro Carfagna – continua – ha annunciato che la quota destinata al Sud sarà blindata con una norma ad hoc, ma al momento è solo un annuncio e abbiamo subito troppi artifici e ritardi sulla nostra pelle (spesa storica, Lep, definanziamento di opere, riproposizione come nuove di altre opere già finanziate, ecc) per poter fidarci anche della più sincera delle promesse. Ecco perché è importante essere presenti dopodomani a Roma. Per evitare che un governo a trazione nordista possa vanificare ciò che chiede l’Unione Europea, ovvero che dalla pandemia si risollevi l’intera Italia, e non solo una parte, e che si riducano drasticamente le condizioni di disuguaglianza in cui versa l’Italia da un secolo e mezzo”.