Festa del PD, De Luca “consacra” Manfredi: “Sei una garanzia, non una carogna come me”
Lug 26, 2021 - Ettore Scamarcia
La festa dell’Unità, organizzata dal Partito Democratico presso l’Ippodromo di Agnano e conclusasi ieri sera con l’intervento del governatore Vincenzo De Luca, che ha spaziato dalle elezioni comunali di Napoli ai vaccini per gli studenti, rievoca i fasti di un passato glorioso ormai definitivamente sparito. Nonostante le epoche storiche non siano minimamente paragonabili in termini di partecipazione e afflato politico, Marco Sarracino, segretario metropolitano del PD, può essere soddisfatto della riuscita del suo piano di riunire intorno ad un unico candidato sindaco tutte le anime che compongono il centrosinistra a livello nazionale. “Il bilancio della festa dell’Unità di questi giorni è stato molto positivo, come si è visto anche nei giorni scorsi grazie alla presenza del segretario Enrico Letta” – ha dichiarato Sarracino – “La coalizione in sostegno di Gaetano Manfredi va avanti compatta alle elezioni, lo dimostra anche il fatto che ieri qui abbiano partecipato anche altri partiti, come i Verdi e i 5 Stelle, e finora non registriamo problemi tra di noi”.
VINCENZO DE LUCA ALLA FESTA DELL’UNITÀ: “COMPATTI SU MANFREDI, VACCINI AGLI STUDENTI”
Problemi che però risorgono prepotenti nel momento in cui si tratta di definire i candidati delle varie liste, tanto che l’ex rettore, nel corso dell’ultimo tavolo della coalizione tenutosi presso la sede di Eccellenze Campane, ha imposto un ultimatum di una settimana ai referenti dei vari gruppi per definire con chiarezza nomi e numeri dei candidati. “Al momento le liste per le municipalità non sono ancora state definite, bisogna anche capire chi saranno i presidenti da candidare” – ha ammesso Sarracino – “Rimane aperto anche il discorso del numero di liste che si potranno presentare in supporto di Manfredi, noi come PD siamo comunque pronti. Per tutto il resto rispettiamo quello che decide il candidato sindaco”.
A gettare benzina sul fuoco ci ha pensato Vincenzo De Luca, giunto nel pomeriggio insieme a Manfredi mentre era in corso il convegno sul rapporto tra mafie e disuguaglianze sociali, organizzato da Valeria Valente, Franco Roberti, Sandro Ruotolo e Paolo Siani (con i quali ultimi non ci sono stati scambi di saluti, ndr). De Luca, intervistato dal direttore del ‘Mattino’ Federico Monga, non ha lesinato stoccate e battute agli alleati della coalizione, in particolare indirizzate ai 5 Stelle: “Con loro ci sono tuttora problemi irrisolti. Io credo che loro abbiano grandi responsabilità, perché hanno involgarito il discorso pubblico nel Paese, hanno dato prova di infantilismo e hanno diffuso una sottocultura della banalizzazione come ‘l’uno vale uno’, che era un’idiozia totale. Un misto di demagogia e infantilismo politico. Oggi però bisogna guardare con rispetto al loro travaglio interno, spero che il percorso di tendenziale unificazione tra PD e componente progressista-riformista del M5S possa arrivare a conclusione: due partiti riformisti non possono coesistere in Italia”. Ma De Luca non ha risparmiato critiche al suo stesso partito, come è suo costume consolidato: “Il PD ha fatto un grosso errore a consacrare Conte come se fosse un grande statista. A Zingaretti dicevo che il PD non può attestarsi sul 15 o 20 per cento dei consensi, deve avere uno sguardo sui fronti maggioritari, come la questione del Mezzogiorno”.
Il governatore ha annunciato poi novità in tema di contrasto alla pandemia: “Qui da noi non avremo alcun obbligo vaccinale per i docenti, perché fortunatamente il 96 per cento di loro si è immunizzato. Adesso però bisogna completare la vaccinazione degli studenti: l’apertura dell’anno scolastico è fissata per il 15 settembre, ma attenderemo la prima settimana di agosto per capire se si potrà rispettare questa data. Mi rendo conto che non possiamo sottoporre i ragazzi e le loro famiglie ad un altro anno di Dad, ecco perché chi ha meno di 18 anni deve sottoporsi alla vaccinazione”. E sul fronte della riforma della giustizia, il governatore si accende: “Il mio partito ci arriva con dieci anni di ritardo, non è possibile essere ingabbiati da processi che durano un’infinità di tempo, come non è possibile governare con quella mannaia che è il reato di abuso d’ufficio, una fattispecie da eliminare assolutamente”.
Non è mancato poi il momento “Crozza-De Luca”, ossia quando il governatore ha iniziato ad intestarsi i meriti più disparati. Le proposte di modifica avanzate dal ministro Brunetta sul codice degli appalti? “Le abbiamo presentate noi per primi come consiglio regionale campano”. Il contrasto al Covid-19? “Merito di Regioni come la nostra, altrimenti saremmo andati al disastro”. Il rilancio della cultura? “La nostra offerta culturale non ha paragoni con nessun’altra regione in Italia. Teatri come il San Carlo, il Trianon o il Mercadante sono vivi grazie a noi. Penso al festival di Giffoni, a quello di Ravello, alle mostre di portata mondiale che abbiamo allestito, alle decine di iniziative culturali che sosteniamo”. E infine, con una battuta rivolta a Manfredi, ha chiuso idealmente la festa dell’Unità: “Il sindaco è il ruolo più allucinogeno che ci sia, te lo posso assicurare. Ma so che sei una garanzia per sobrietà, storia personale e discrezione umana. Non sei una carogna come il sottoscritto”.