Una legge potenzialmente storica in Italia, ammesso che trovi effettiva attuazione: stiamo parlando dell’approvazione dei Lep su asili nido e trasporto per gli studenti disabili, i cui livelli minimi sono stati fissati dalla legge di Bilancio 2022. La bozza del testo normativo prevede che tali due servizi di natura sociale debbano raggiungere una soglia fissata e a cui non si può derogare, a vantaggio delle regioni meridionali dove, com’è noto, non presentano lo stesso livello se raffrontati alle regioni del Nord.
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Il Lep rappresenta il livello minimo di un determinato servizio che un Comune deve offrire ai suoi abitanti. Per quanto riguarda gli asili nido, ad esempio, la legge di Bilancio 2022 dispone che dovranno esservi 33 posti ogni 100 bambini (come stabilito dall’Unione Europea), un passo in avanti notevole per il Sud visto che spesso gli asili nido non esistono affatto in alcune città. Questo era possibile grazie al meccanismo perverso del Federalismo Fiscale introdotto con riforma costituzionale nel 2001 (Riforma del Titolo V), in virtù del quale i fondi statali sono concessi in base al criterio della spesa storica: più denaro a chi ne spende di più, peccato che il Sud sia troppo più povero del Nord e non possa permettersi gli stessi “lussi”. Il paradosso era che, per esempio, se un Comune meridionale spendeva zero euro per asili nido significava che non ne aveva bisogno, quando in realtà non aveva abbastanza soldi in cassa. Sia chiaro, ad ogni modo, che i Lep sono previsti dall’articolo 117 della Costituzione e riguardano tutti i servizi di natura sociale, per cui la battaglia non può e non deve fermarsi ad asili e trasporti per disabili. Il Ministero per il Sud e la Coesione Territoriale ha illustrato i passaggi del disegno di legge di Bilancio che riguardano questi argomenti.
Il testo prevede di destinare alle regioni a Statuto ordinario, alla Sicilia e alla Sardegna le risorse finalizzate a incrementare il numero di posti disponibili negli asili nido, fino a raggiungere nel 2027 il livello minimo garantito del 33% di posti (incluso il servizio privato) per ciascun Comune o bacino territoriale, in rapporto alla popolazione di età compresa tra i 3 e i 36 mesi. Tale disponibilità aumenterà gradualmente di anno in anno: inizialmente solo i territori con un servizio inferiore al 28,88% potranno accedere alle risorse disponibili. Quando tutti i Comuni svantaggiati avranno raggiunto tale soglia, gli investimenti si allargheranno progressivamente anche ad altri, individuando nuovi target parziali, finché tutti avranno raggiunto la quota minima del 33% di posti, indicata come obiettivo anche dall’Unione Europea. Le risorse previste a questo scopo sono pari a 120 milioni di euro per il 2022, 175 milioni per il 2023, 230 milioni per il 2024, 300 milioni per il 2025, 450 milioni per il 2026 e 1.100 milioni a decorrere dal 2027.
Per incrementare la percentuale di studenti disabili di scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado ai quali è garantito il trasporto per raggiungere la sede scolastica, si assegnano le seguenti risorse ai Comuni delle regioni a Statuto ordinario, della Sicilia e della Sardegna: 30 milioni di euro per l’anno 2022, 50 milioni per il 2023, 80 milioni per il 2024, 100 milioni per il 2025 e la stessa cifra per il 2026, 120 milioni annui a partire dal 2027. Sarà un apposito decreto ministeriale a ripartire le risorse entro il 28 febbraio 2022 e a indicare gli obiettivi annuali di incremento del servizio, fino alla definizione dei LEP. Le previsioni effettuate sulla base del costo standard del servizio e delle risorse disponibili consentono di stimare comunque sin da subito un sostanzioso aumento del numero di studenti che potranno usufruire del trasporto scolastico: rispetto ai 15.193 utenti dell’anno 2018, il 2022 dovrebbe vedere un incremento di oltre 7.200 studenti, il 2023 +12.000 circa, il 2024 +19.300, il 2025 e 2026 +24.000 l’anno, fino al +29.000 circa a partire dal 2027.
È incrementata di 23,5 miliardi di euro la dotazione del Fondo per lo sviluppo e la coesione per il periodo di programmazione 2021-’27. Tale cifra si somma a quella già stanziata dalla legge di Bilancio 2021, pari a 50 miliardi di euro, portando così la dotazione complessiva del FSC 2021-’27 a 73,5 miliardi di euro. Ricordiamo che l’80% di queste risorse sono destinate per legge alle regioni meridionali.
È prorogato fino al 31 dicembre 2022 il credito d’imposta rivolto alle imprese che acquistano beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive che hanno sede nelle zone assistite di Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, Molise e Abruzzo. Le aliquote dell’incentivo corrispondono alla misura massima consentita dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2014-2020 approvata dalla Commissione europea: si va fino a un tetto del 25% per le grandi imprese, il 35% per le medie e il 45% per le piccole.
Il disegno di legge di Bilancio incrementa di 50 milioni di euro le risorse destinate al miglioramento dell’accessibilità e della sicurezza delle strade delle aree interne. Si tratta di un intervento già previsto e finanziato all’interno del Piano Complementare al PNRR per un totale di 350 milioni di euro, che salirebbe in questo modo fino a 400 milioni di euro. In particolare, il potenziamento delle risorse è previsto per gli anni 2023 (+20 milioni di euro) e 2024 (+30 milioni di euro).
Come effetto delle misure previste nel disegno di legge di Bilancio 2022 su asili nido, trasporto di studenti disabili e potenziamento dei servizi sociali, aumentano le risorse a disposizione del Fondo di solidarietà comunale. Tale incremento è pari a 94 milioni di euro per il 2022 (raggiungendo così la cifra di 6.949.513.365 euro), di 127 milioni per il 2023 (totale: 7.107.513.365 euro), di 170 milioni di euro per il 2024 (totale: 7.476.513.365 euro). Aumenti via via crescenti sono previsti per tutti gli anni a venire, fino a raggiungere una crescita pari a +1.033 milioni di euro dal 2030 in poi.