Questa mattina il presidente del Consiglio, Mario Draghi, intervenuto alla Camera dei Deputati, visibilmente commosso ha annunciato l’intenzione di recarsi al Quirinale per comunicare le sue determinazioni. Stando all’ultimo aggiornamento, si apprende che il premier si è dimesso e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ne ha preso atto, preparandosi allo scioglimento delle Camere.
Accolto da un lungo e caloroso applauso da parte dell’Aula, il premier ha esordito dicendo: “Buongiorno, prima di tutto grazie. Grazie per questo naturalmente, certe volte anche il cuore dei banchieri centrali viene usato. Grazie per questo e per tutto il lavoro fatto in questo periodo. Alla luce del voto espresso ieri sera dal Senato della Repubblica chiedo di sospendere la seduta perché mi sto recando dal presidente della Repubblica per comunicare le mie determinazioni”.
La seduta resta sospesa, dunque, fino alle ore 12:00, in attesa degli esiti del colloquio con il capo dello Stato. Già la scorsa settimana aleggiava l’ipotesi delle dimissioni del premier, poi rifiutate da Mattarella, e a pochi giorni di distanza la storia sembra ripetersi ma, questa volta, potrebbe avere esiti non più trattabili.
Anche ieri il Governo ha ottenuto la fiducia al Senato, quindi risulta in carica e può contare sulla pienezza dei poteri. Eppure, ancora una volta, mancano i numeri per una maggioranza assoluta che fanno venir meno quella compattezza che ha caratterizzato i mesi precedenti.
Draghi, così, è salito al Quirinale per comunicare le sue decisioni. Già prima del suo intervento, fonti di Governo avevano riferito all’Adnkronos la volontà del Premier di recarsi alla Camera soltanto per dimettersi. In tal caso Mattarella avrebbe potuto accettare le dimissioni e sciogliere le Camere oppure rifiutarle tenendo ancora in carica Draghi.
“Il presidente della Repubblica ha ricevuto al Palazzo del Quirinale il presidente del Consiglio, Mario Draghi, il quale dopo aver riferito in merito alla discussione e al voto di ieri presso il Senato, ha reiterato le dimissioni sue e del Governo da lui presieduto. Il presidente della Repubblica ne ha preso atto, il Governo rimane in carica per il disbrigo degli affari” – è quanto scritto nel comunicato letto dal segretario generale della presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti.
Una volta accettate le dimissioni tutto passa nelle mani del capo dello Stato che può sentire i presidenti di Camera e Senato per procedere poi allo scioglimento delle Camere. Al voto si potrebbe andare il 25 settembre, 2 e 9 ottobre. Dopo le elezioni e l’insediamento servirà altro tempo per la formazione del nuovo Governo: probabilmente non sarà in carica prima della fine del mese di novembre.