Salvini segue Bossi, torna la Lega Nord di un tempo: vuole il Ministero per l’Autonomia

Matteo Salvini e Umberto Bossi: il primo non ha mai rinnegato il secondo


Matteo Salvini si adegua al volere di Umberto Bossi. L’attuale segretario federale è in bilico nella sua posizione dopo il tracollo alle ultime Elezioni Politiche, il primo risultato deludente a partire dal 2017, quando ci fu la presunta svolta “nazionale” attraverso la nascita del partito “Lega per Salvini Premier”. In seguito al crollo verticale dei consensi anche nel Settentrione, Matteo Salvini ebbe l’idea di allargare il proprio bacino di voti al Mezzogiorno: il nemico non era più il meridionale ma il clandestino, l’immigrato, ed i mali del Nord divennero male dell’Italia intera.

Il crollo di consensi per la Lega e Matteo Salvini

Una strategia che ha pagato: nel 2018 ottenne oltre il 17% dei consensi a livello nazionale, quasi il doppio rispetto ai massimi (circa 10%) della Lega Nord. Con il crollo verticale dei consensi nel 2022 e il sorpasso clamoroso da parte di Giorgia Meloni, sono emersi in maniera chiara ed evidente i malcontenti della frangia storica della Lega Nord, quella di Umberto Bossi e i suoi fedelissimi che, ora, vorrebbero scalzare Salvini e tornare alle origini.

Così per cercare di salvare il salvabile, la strategia di Matteo Salvini è quella di arginare il ritorno di Bossi assecondare lui ed i fedelissimi, oltre che quell’elettorato che un tempo formava lo zoccolo duro della Lega Nord, ora scontento ed in parte migrato verso altri lidi (compreso quello dell’astensionismo).

Il Ministero per l’Autonomia

“Caldeggio sempre ciò che ha da dire il nostro fondatore”, questo il commento di Salvini alla notizia sulla formazione del Comitato Nord. Non solo, oltre a “prenotare” per la Lega il nuovo (se si farà) Ministero per la Famiglia e la Natalità, ha anche cominciato ad allungare le mani sul Ministero per gli Affari Regionali che diverrebbe, di fatto, il Ministero per l’Autonomia. Potrebbero essere queste le condizioni per l’appoggio al Governo Meloni: la Lega nell’Esecutivo vuole esserci, ma le deve essere concesso di coltivare e conservare i consensi di cui ha bisogno e che non le verranno mai meno. Quello che gli elettori settentrionali chiedono è l’Autonomia Differenziata, ossia la cosiddetta secessione dei ricchi, quell’impianto normativo che permetterebbe alle regioni del Nord di creare una sostanziale differenza tra cittadini di serie A e cittadini di serie B, i primi con servizi di primo livello ed i secondi abbandonati, i primi settentrionali ed i secondi meridionali.


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