Politica

Proposta di legge di Fratelli d’Italia: 100mila euro di multa per chi usa parole straniere

Alcuni deputati di Fratelli d’Italia hanno presentato una proposta di legge che punisce con multe fino a 100mila euro chi non utilizza parole in italiano. Il primo firmatario è Fabio Rampelli, vice presidente della Camera. Qualcosa che ricorda molto l’epoca fascista: il regime di Mussolini infatti vietò l’uso di parole straniere nella lingua italiana ad esempio nei negozi, nella pubblicità, nei nomi delle strade e degli alberghi. Parole come sandwich, film, croissant furono trasformate in tramezzino, pellicola, cornetto insieme ad una lunga serie di altri vocaboli. Perfino l’insalata russa divenne insalata tricolore, mentre la città di Buenos Aires fu chiamata Buonaria. Cinquemila persone dovettero cambiare cognome.

100mila euro di multa a chi usa parole straniere: la proposta di legge di Fratelli d’Italia

La proposta di legge presentata alla fine del 2022 contiene disposizioni per la tutela e la promozione della lingua italiana e istituzione del Comitato per la tutela, la promozione e la valorizzazione della lingua italiana. In tal modo si vuole istituzionalizzare una consuetudine propria degli esponenti del principali partito maggioranza: si pensi alla stessa Giorgia Meloni e la tassa piatta, per dirne una soltanto.

Il testo presentato recita che “La lingua italiana è obbligatoria per la promozione e la fruizione di beni e di servizi pubblici nel territorio nazionale”. Eventi, conferenze, pannelli e brochure informative dovrebbero essere redatte solo in italiano. I lavoratori della pubblica amministrazione dovrebbero parlare solo in italiano. Le multe non riguarderebbero perciò i cittadini che parlano nella quotidianità.

Lo scopo della legge sarebbe quella di promuovere l’uso della lingua italiana in ogni ambito, favorendo la sua presenza anche nelle nuove tecnologie e facendola restare al passo con i tempi che cambiamo velocemente. Secondo i deputati, migliorerebbe anche la comunicazione tra i cittadini. Ed immaginiamo, dunque, quanto possa essere necessariamente più semplice aprire un archivio presente sul calcolatore al posto di un file nel computer, oppure scaricare un’applicazione sul telefono brillante invece che sullo smartphone.

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