Lutto nazionale: no a Falcone e Borsellino, sì a Berlusconi condannato per frode fiscale
Giu 14, 2023 - Francesco Pipitone
Lutto nazionale per Berlusconi. Non fu disposto per Falcone e Borsellino
Lutto nazionale nel giorno del funerale di Silvio Berlusconi. Se le esequie di Stato sono previste dalla legge in casi determinati, tra cui appunto la morte di chi è stato Presidente del Consiglio, il lutto nazionale viene proclamato a discrezione del Governo. È stata quindi Giorgia Meloni a prendere tale decisione, certamente insieme ai ministri del proprio Esecutivo che è espressione proprio dell’alleanza di quel centro destra unito da Berlusconi a partire dal 1994.
Lutto nazionale: in quali occasioni è stato proclamato
Il lutto nazionale è quindi una scelta politica che, in passato, è stata presa in occasione di eventi che hanno colpito profondamente il sentire di tutta la comunità dei cittadini italiani: è stato proclamato per la recente alluvione in Emilia-Romagna, i terremoti del Centro Italia e in Emilia Romagna, la strage di Nassiriya, il crollo del Ponte Morandi. Tragedie che hanno provocato decine di morti. Non era mai successo, invece, che fosse stato proclamato per un ex Presidente del Consiglio che non fosse stato anche Presidente della Repubblica.
Il lutto nazionale per Silvio Berlusconi è un omaggio a una persona controversa e divisiva
Quello che riguarda Silvio Berlusconi è un unicum, qualcosa senza precedenti. Solitamente, le iniziative speciali vengono riservate a chi senza dubbio ha dimostrato di meritarle, avendo avuto in vita una condotta in grado di unire tutti. Non si tratta evidentemente del caso di Berlusconi, una persona estremamente divisiva che in vita non ha mancato di esprimere concetti ed utilizzare parole con l’intenzione di marginalizzare gli avversari politici, le donne, chi aveva delle posizioni politiche diverse dalla sua. Una persona condannata per frode fiscale, che ha usato il potere politico per risolvere processi penali a proprio favore, che ha messo in imbarazzo l’Italia con la sua condotta soprattutto fuori dai confini nazionali.
Berlusconi condannato con sentenza definitiva per frode fiscale
Il lutto nazionale è stato concesso per Silvio Berlusconi, condannato per appropriazione indebita, frode fiscale e falso in bilancio nel Processo Mediaset con sentenza definitiva passata in giudicato, facendolo decadere dalla carica di senatore e impedendogli di ricoprire cariche pubbliche fino a maggio del 2018. Lo Stato, insomma, lo aveva temporaneamente espulso dai propri apparati, lo stesso Stato che adesso gli rende l’omaggio più importante. Non bisogna dimenticare tutti i motivi che hanno reso Berlusconi una persona controversa: non solo la condanna definitiva, ma i numerosi processi risolti con la prescrizione del reato o grazie alle leggi ad personam entrate in vigore quando era Presidente del Consiglio. Scandali sessuali, conflitti di interesse, l’appartenenza alla loggia massonica P2, le battute sessiste, le barzellette, le figuracce internazionali.
Scandali, ombre, figuracce internazionali
Il lutto nazionale per Silvio Berlusconi è un messaggio dannoso e pericoloso: significa che i soldi e il potere vincono su tutto. Altro che livella: anche nella morte chi è stato ricco ed influente in vita avrà un trattamento diverso, e pazienza se è stato autore di comportamenti quanto meno equivoci.
Il messaggio dello Stato: i soldi e il potere vincono su tutto
Un messaggio dannoso e pericoloso da parte dello Stato italiano, che contribuisce all’opera di beatificazione a reti unificate, che assurge a modello da imitare un personaggio che è stato protagonista di 30 anni (ed oltre) di declino morale, culturale, economico, sociale della nazione che ha avuto il compito di guidare e che ha guidato anche grazie all’enorme potere mediatico di cui disponeva, essendo il proprietario di alcuni mezzi di comunicazione ed influendo direttamente su quelli pubblici della Rai.
Lo Stato che, invece, non ebbe la decenza di proclamare il lutto nazionale per Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e le loro scorte, Rosario Livatino, Carlo Alberto Dalla Chiesa, magistrati, poliziotti, uomini e donne coraggiosi che sono stati uccisi dalle mafie.