Politica e camorra, arrestata Giusy De Micco, ex candidata consigliera a Portici

Giusy De Micco, arrestata per presunto voto di scambio


Tra le sette persone arrestate dai carabinieri, su indicazione della Direzione Distrettuale Antimafia, con l’accusa di un presunto voto di scambio alle elezioni del 2023 a Cercola vi è anche una ex candidata alle comunali di Portici nel 2022. Si tratta di Giusy De Micco, 30 anni, la quale – come confermato dal portale del Comune di Portici – si era candidata con la lista Portici Libera (lista di appoggio al sindaco Vincenzo Cuomo) riuscendo ad ottenere 35 preferenze. È opportuno precisare che il sindaco Cuomo non è coinvolto nelle indagini.

Voto di scambio, arrestata ex candidata a Portici

I militari di Torre del Greco hanno eseguito gli arresti lunedì scorso tra i quartieri della zona orientale di Ponticelli-Barra-San Giovanni a Teduccio e il vicino Comune di Cercola. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip del tribunale di Napoli, su richiesta dell’Antimafia, a carico di 7 persone tra cui sei arresti in carcere ed uno ai domiciliari.

L’inchiesta partita dalla Polizia Locale di Cercola ha messo in luce un presunto giro di voto di scambio tra politica e camorra, oltre alle ipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale e di detenzione e porto in luogo pubblico di armi, con l’aggravante del metodo mafioso e la finalità di agevolare i clan di riferimento, i Fusco-Ponticelli e i De Micco-De Martino egemoni a Napoli Est (Ponticelli, Barra, San Giovanni a Teduccio).

I nomi dei sette indagati

Iscritti nel registro degli indagati Antonietta Ponticelli, che all’epoca figurava in Europa Verde, figlia dell’ergastolano Gianfranco Ponticelli, la quale avrebbe attirato l’attenzione delle forze dell’ordine. Poi Sabino De Micco, consigliere della VI municipalità di Napoli eletto con Maresca e oggi con Fratelli d’Italia; Giuseppina De Micco, Salvatore Capasso, Pasquale De Micco, Giovanni De Micco (domiciliari) e Giusy De Micco, quest’ultima accusata di aver pagato 1.800 euro per un pacchetto di una sessantina di voti. Per il voto, invece, veniva corrisposta agli elettori la somma di 30 euro al primo turno e di 20 euro al ballottaggio.


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