Indipendenza: tra i separatisti non c’è né il Mezzogiorno né la Sicilia


L’EFA, European Free Alliance (in italiano ALE, Alleanza Libera Europea) è un partito politico europeo che raccoglie al suo interno tutti quei movimenti che sostengono e combattono per l’indipendenza del proprio territorio, o per il raggiungimento di una forma di autonomia tale da rendere possibile l’autogoverno, pur rimanendo a far parte della nazione di origine. Costituiscono prevalentemente parte dell’EFA quei movimenti o partiti di ispirazione progressista, e, per contro, non tutti i movimenti o partiti o ancora gruppi separatisti/autonomisti fanno parte dell’EFA. Fanno parte di esso per esempio lo Scottish National Party, il quale ha reso possibile il referendum sull’indipendenza della Scozia, e l’Eusko Alkartasuna, che si batte per l’indipendenza del Paese Basco, mentre per quanto riguarda l’Italia ne fanno parte Autonomia Libertà Partecipazione Ecologia (ALPE, Valle d’Aosta), Liga Veneta Repubblicana, Partito Sardo d’Azione, Süd-Tiroler Freiheit e Unione Slovena. L’Altro Sud è citato come membro osservatore sul sito ufficiale dell’EFA, mentre sul proprio portale esso dichiara di esserne genericamente membro. Nelle mappe che il partito europeo ha compilato con l’indicazione dei territori sui quali insistono organizzazioni che hanno quale scopo l’indipendenza o l’autonomia, e che potete vedere di seguito, non compaiono né il Mezzogiorno né la Sicilia, a dimostrazione della scarsa rilevanza assunta da simili partiti e movimenti siciliani o del Sud, che pure si dichiarano progressisti (addirittura il MIS, Movimento per l’Indipendenza della Sicilia, non compare più da nessuna parte del sito). Ad ogni modo mi preme precisare che si tratta, almeno in Italia, di una situazione molto confusa e soggetta a cambiamenti anche abbastanza improvvisi.

Mappa EFA - Separatisti e autonomisti

Proprio per la confusione, l’eterogeneità, la moltiplicazione e l’inconsistenza (si pensi al patetismo della Lega Sud e del Movimento per le Autonomie di Raffaele Lombardo) delle organizzazioni del Mezzogiorno, oltre a non comparire nell’EFA questi non compaiono quasi mai neppure in articoli che hanno ad oggetto l’argomento, ed è come se per il resto del mondo fossero quasi inesistenti. La base popolare tuttavia c’è, anche se non si è capaci al momento di valutarne la consistenza, e non mi sembra azzardato affermare che una maggiore chiarezza avrebbe come risultato l’ampliamento dei sostenitori e degli interessati alla questione meridionale, a prescindere da quale sia la personale posizione di risoluzione (ossia la formazione di una macroregione, autonomia per ogni regione, indipendenza, indipendenza senza la Sicilia e così via). Tutti questi che in altra sede ho chiamato “Fratelli Meridionali Disuniti”, adesso, è difficile che possano confluire in un solo partito e un’esperienza in tal senso, seppur teoricamente valida e lodevole, non ha al momento portato i risultati da tanti attesi (diverse e variegate sono le cause), tanto più che le divisioni restano tali e di dialogo ce n’è poco se pensiamo a quanto ne servirebbe. Discorso a parte, inoltre, è quello dell’egoismo di taluni depositari supremi di verità e di altri cui, in fondo, della “causa” interessa poco o nulla.

Chi ci perde è ancora una volta il territorio, che viene vilipeso e sfruttato quotidianamente con una resistenza la cui forza è estremamente esigua a quella che potrebbe essere, perché siamo come un fiume che, non avendo un letto, si disperde intorno. Di identità non ne parliamo nemmeno, visto che il singolo deve districarsi in un giardino incolto, non essendoci un fronte comune, una bandiera, e perfino un nome: la Catalogna è la Catalogna, la Scozia e la Scozia, la Corsica è la Corsica… noi chi siamo? Si parla per esempio di Napolitania e di Stato delle Due Sicilie, ma, ecco, si tratta non solo di due concetti che fanno riferimento a territori differenti (la Napolitania non comprende la Sicilia, come fa lo Stato delle Due Sicilie), ma anche di motivo di divisione, come due cani che si contendono un osso che ancora non c’è.

Tutto questo discorso non vuole comunque ridimensionare l’enorme lavoro che tante persone fanno ogni giorno per la propria Terra, difendendola e diffondendo importanti istanze, la storia, la cultura; un lavoro che, seppur disorganico, ha portato negli anni a risultati davvero apprezzabili, visto il numero crescente di individui che oggi sanno che è accaduto durante il Risorgimento, cosa esisteva prima e chi eravamo prima: immaginate che potrebbe accadere se ci unissimo tutti quanti?

Indipendenza - Mappa dei separatisti


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