Nando, indipendentista arrestato dalla Digos: “ci hanno presi per terroristi”
Ott 27, 2014 - Francesco Pipitone
Ieri, in occasione della sfilata dei bersaglieri sulla collina di Pizzofalcone a Napoli, due indipendentisti napoletani sono stati arrestati per aver sventolato la bandiera delle Due Sicilie. Dopo un interrogatorio durato tre ore, ai due sono stati contestati l’articolo 291 del codice penale, “Vilipendio alla nazione italiana” (non vilipendio alla bandiera, articolo 292 c.p., come era stato diversamente riportato) e l’articolo 682 c.p., “Ingresso arbitrario in luoghi, ove l’accesso è vietato nell’interesse militare dello Stato”. Il semplice vilipendio alla nazione o alla bandiera, non può essere causa di arresto o di fermo, secondo le norme vigenti nell’ordinamento, dunque sbaglia chi sostiene ciò: perché allora Nando e Nicola sono stati arrestati?
Un’idea ce la possiamo fare proprio grazie al richiamato articolo 682 c.p., e riflettendo sul fatto che i due sono stati presi dalla Digos, la quale della prevenzione di tutti quei fatti che possono destabilizzare o recare nocumento all’ordine democratico, o porre in essere attività eversive dello Stato. A questo proposito rilevano gli articoli 270 270 bis del codice penale, che puniscono le associazioni sovversive, e l’articolo 286 sempre del codice penale che è rivolto contro chi pone in essere azioni che possono scatenare, anche potenzialmente, la guerra civile all’interno dello Stato. Per tutte e tre le fattispecie di reato l’arresto è obbligatorio, fermo consentito, dunque, verosimilmente, i nostri ragazzi sono stati arrestati e interrogati perché sospettati di essere terroristi o rivoluzionari. Nando Ambrosio, con il quale ho avuto modo di parlare sull’accaduto, ha detto proprio ciò:
Nando, si è trattato di arresto, o semplicemente vi hanno portato in caserma per interrogarvi?
È stato arresto, poi ci hanno rilasciati perché poi hanno capito che non eravamo dei criminali, terroristi o simili.
A questo punto non si può non dedurre che i due non sono stati arrestati per aver semplicemente sventolato quella bandiera, ma perché erano stati ritenuti potenziali terroristi o rivoluzionari: sembra assurdo, ma è così, almeno sulla carta. Nei fatti, nella realtà, ormai la consapevolezza dei crimini compiuti o avallati dallo Stato sin dal 1860 comincia a dare fastidio nei piani alti della nazione italiani, i cui esponenti di spicco sono puntualmente criticati ogni volta che si recano a Napoli e al Sud, e cui viene rinfacciato il disegno unitario, portato avanti ancora oggi più che degnamente, di ridurre il Mezzogiorno a colonia interna. Lo Stato teme la guerra civile (non necessariamente armata, visto che per sovvertire un ordinamento non è necessaria la forza), ha le antenne ben dritte e comincia ad agire. Aver arrestato Nando e Nicola e sottoporli a processo costituisce un chiaro avvertimento verso chi la pensa come loro, vogliono zittirci:
Abbiamo esposto la bandiera gigliata nella caserma Nino Bixio, ma non esiste reato per questa cosa, ci hanno dato vilipendio. Circa l’ingresso arbitrario nella caserma, l’ingresso era libero e noi, come altre persone, siamo entrati sotto gli occhi delle forze dell’ordine che ci hanno fatto passare.
Però vi hanno arrestato lo stesso e devi affrontare un processo, secondo te che vuol dire? Che finalmente dopo anni di lotte abbiamo cominciato a dare troppo fastidio?
Infatti. Non era la bandiera in sé e per sé, ma la storia vera che è stata negata, e l’Arma dei Carabinieri e i bersaglieri vogliono tombare per non infangare le loro divise.
Come vi siete sentiti?
Ci siamo ritrovati nei panni dei briganti post unitari, ci hanno condannato per gli stessi motivi, perché difendevamo la nostra Terra e la nostra Storia. Cambia solo il modo di applicazione, all’epoca li fucilavano direttamente.
Però questa ora può essere un’occasione per portare alla luce la vera storia del risorgimento, i massacri, le bugie e gli scippi al Mezzogiorno in un’aula di tribunale: che vuoi dire al riguardo? Che speranze hai, se ne hai?
Da indipendentista voglio che la vera storia risorgimentale esca a galla, che la si studiasse a scuola e che le nuove generazioni crescano con una maggiore consapevolezza. Per sapere chi si era e da dove veniamo, per essere persone migliori e proteggere la Terra nostra.