Scrittore francese innamorato di Napoli: “Le pietre parlano. Potrei percorrerla bendato”
Gen 10, 2017 - Redazione
Jean-Noel Schifano è uno scrittore francese di origini siciliane, famoso per essere stato per anni il traduttore di Umberto Eco. Quello che, però, colpisce di più di Schifano è il suo smisurato amore per Napoli. Dal 1992 al 1998 ha diretto l’istituto francese della città, il “Grenoble”, ed è divenuto cittadino onorario napoletano. Quegli anni l’hanno segnato fortemente, al punto da indurlo a scrivere il suo “Dizionario Appassionato di Napoli”.
Lo scrittore ha ancora una volta manifestato il suo amore per la nostra città durante un’intervista radiofonica per l’emittente svizzera “Play RTS”: “Ciò che rende Napoli così interessante e’ innanzitutto il fatto che abbia 3 mila anni di storia. In questi anni, niente e’ stato distrutto: ne nella forma mentis dello spirito napoletano, ne nelle pietre, nei monumenti. C’è una comunicazione storica che rende tutto ” vivente ” a Napoli. Le pietre parlano, così come lo fanno i napoletani gesticolando, perché il corpo parla a Napoli.”
“Nel 1902 – continua Schifano – due anni dopo aver scritto ” la scienza dei sogni “, Freud e’ passato per Napoli ed e’ rimasto scioccato a tal punto “che ha perso i pedali “. C’era una sensualità nelle gestualità fuori dal comune. Infatti ha parlato di ciò in una cartolina che inviò a sua moglie e sua figlia.”
“La prima volta che sono arrivato a Napoli negli anni ’70 – racconta – sono venuto per passarci una notte, e vedere dove mio padre era nato, nel cuore della Sicilia. Ci sono restato 10 anni. Volete sapere il motivo? Perché non ci capivo niente. Non ho avuto un colpo di fulmine, era perché ero sconcertato, non capivo. Mi sono detto ‘non sono più idiota degli altri’ quindi dovevo capire che cos’era quella città. Più gli anni passavano più iniziavo a capire. Dopo 7 anni tutto mi è sembrato chiaro. Mi avrebbero potuto bendare gli occhi e avrei riconosciuto dov’ero dagli odori, dai rumori, dal suolo più o meno regolare sotto i miei piedi, un suolo di lava del Vesuvio, nero, e che riflette una luce ardente la notte. Mi ritrovavo nel cuore e nel centro di una civilizzazione immensa.”
Grazie a Mariaceleste Lauro per la traduzione.
A questo link è possibile ascoltare tutta l’intervista in lingua francese: Play RTS