Feltri si dimette, è una furbata: sarà più libero di scrivere “editoriali” offensivi
Giu 26, 2020 - Francesco Pipitone
Vittorio Feltri ha deciso di dimettersi da giornalista. Le sue dichiarazioni e suoi “editoriali” di chiara matrice discriminatoria, se non proprio razzista, hanno scatenato polemiche e procedimenti disciplinari da parte dell’Ordine dei Giornalisti, delle vere e proprie scocciature dalle quali l’ex direttore di Libero si è deciso a svincolarsi.
Questo, tuttavia, non significa che non potrà più scrivere né che non potrà parlare in televisione. Nemmeno che non potrà essere pagato per farlo. La libertà di espressione è un diritto costituzionale e non è riservato solo ai giornalisti, giustamente, ma in questo caso vediamo l’altra faccia medaglia che consiste in una maggiore autonomia per Feltri di poter dire quello che gli pare. Ossia redigere articoli razzisti e diffamatori senza avere seccature nell’immediato. La sola differenza è che non lo farà da giornalista, una consolazione di forma ma nella sostanza inutile, poiché non ha effetti tangibili nella realtà.
Vittorio Feltri resta perseguibile civilmente e penalmente nel caso in cui si rendesse responsabile di qualche illecito, tuttavia i tempi della giustizia e le difficoltà nell’individuazione del soggetto offeso giocano dalla parte dell’ex giornalista. Uno conto è, infatti, la diffamazione nei confronti di una persona determinata, un altro è quella nei confronti di entità come “i napoletani”, “i meridionali”, “gli immigrati”. Insomma, uno stratagemma arguto per restare impunito.