Arcigay: “Transfobia e violenza sulle donne fenomeni ordinari nel nostro Paese. Serve una legge”
Set 14, 2020 - Andrea Favicchio
La vicenda di Maria Paola, la giovane ragazza uccisa per l’amore che provava per il suo Ciro, ha confermato che in Italia ci sono realtà non ancora accettate, comprese e soprattutto non c’è rispetto per il prossimo. Sì perché Maria Paola è stata uccisa dal fratello per essere “punita”, punita perché aveva una relazione con Ciro, un ragazzo trans. Questo la famiglia di lei non l’ha mai accettato e per questo la ragazza ha pagato un prezzo troppo alto.
In Italia, come nel Mondo, sono tanti i casi di omo-transfobia, e nonostante siamo nel 2020 nulla è cambiato. Il caso che forse ha suscitato più clamore è quello di Brandon Teena negli Stati Uniti accaduto nel 1993, la cui storia ha ispirato il film “Boys Don’t Cry” – film per il quale l’attrice protagonista ha vinto l’Oscar. Brandon era un ragazzo transgender che dopo essere stato stuprato da alcuni suoi “amici”, è stato ucciso. La sua colpa? Essere se stesso.
Ma ritornando in casa nostra, quante ancora Maria Paola devono morire per far capire al Governo Italiano che serve al più presto una legge contro questi crimini d’odio? A parole è tutto semplice, tutti son bravi a scrivere quelle frasi di circostanza che nel giro di una settimana poi lì resteranno, non saranno mai tramutate in fatti.
La lettera d’addio di Ciro alla sua Maria Paola
Proprio per questo motivo, il segretario generale dell’Arcigay, Gabriele Piazzoni, ha rivolto un duro attacco e un appello al Parlamento:
“Nel dramma che si è consumato ad Acerra e che è costato la vita a Maria Paola Gaglione, una giovane di appena 22 anni, ci sono tutte le tracce di una violenza strutturale che da molto tempo, assieme a molti altri e altre, denunciamo.
La relazione tra Maria Paola e Ciro, il suo compagno trans, diventa il bersaglio di una società transfobica, che elegge a suo sicario un maschio, il fratello di Maria Paola, che in linea con la cultura patriarcale del nostro Paese si sente in diritto di decidere della vita della sorella e che è pronto a sanzionare con la violenza ogni trasgressione a questo comandamento. Maria Paola per il fratello è ‘infetta’ perciò occorre darle ‘una lezione’.
Ci piacerebbe poter inserire questa storia tra i fatti straordinari, che capitano una volta ogni mille anni. Ma non è così: sfidiamo chiunque, specie chi in Parlamento è sempre pronto a minimizzare questi fatti, a dire che transfobia, violenza, oppressione delle donne, sono fenomeni eccezionali e non – come da sempre sosteniamo – ordinari e strutturali nella nostra cultura dominante.
La nostra battaglia a sostegno della proposta di legge contro omobitransfobia e misoginia sta nel solco di questa convinzione e soprattutto nella consapevolezza che una legge da sola non riuscirà ad estirpare fenomeni così radicati. Ma quella legge serve, è un passaggio ineludibile per produrre un cambiamento.
E serve subito: ogni rinvio, ogni tentativo di indebolimento, ogni ostruzionismo sposta quel cambiamento in avanti, rafforzando la cultura della violenza. Di questo portano la responsabilità tanto il Parlamento quanto il Governo. Oggi per noi è un’altra giornata tristissima, in un calendario denso di giornate tristissime.
Mandiamo il nostro affetto e la nostra vicinanza alle persone che hanno amato Maria Paola e la sua libertà e un abbraccio particolare a Ciro, che in queste ore di dolore straziante deve anche fare i conti con i tanti che ancora oggi nei mass media non riescono a parlare con rispetto della sua identità di genere”, ha concluso Piazzoni.
A tal proposito, Elena Bonetti – Ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia – ha voluto rivolgere un pensiero a Maria Paola e un monito ai suoi colleghi per velocizzare le pratiche per questa legge tanto attesa:
“La vicenda avvenuta in provincia di Napoli, dove Maria Paola, una ragazza di vent’anni che aveva una relazione con una persona transessuale, è stata brutalmente uccisa dal fratello, è l’ultimo, gravissimo e assai triste episodio di una settimana difficile, in cui numerosi sono stati gli atti di violenza riconducibili a una cultura della sopraffazione, incapace di concepire e accettare il diverso da sé.
Se il movente di questo speronamento che ha causato la morte della ragazza e il ferimento del compagno fosse definitivamente confermato, ci troveremmo di fronte a un episodio di cieca violenza omotransfobica, che rende ancora più necessari non solo adeguati strumenti di tutela ma anche un dialogo in grado di costruire in questo Paese una reale e positiva convivenza delle diversità.
Le mie più sincere condoglianze a chi conosceva e voleva bene a Maria Paola e un abbraccio sincero, con gli auguri di pronta guarigione, al suo compagno“.
La vicenda avvenuta in provincia di Napoli, dove Maria Paola, una ragazza di vent’anni che aveva una relazione con una…
Pubblicato da Elena Bonetti su Domenica 13 settembre 2020