Napoli, i ristoratori protestano con tavole apparecchiate: “Pretendiamo rispetto e dignità”
Ott 28, 2020 - Veronica Ronza
Nelle ultime ore si è svolta una protesta che ha avuto come protagonisti i ristoratori campani giunti sotto la sede della Regione. La Fipe Confcommercio, infatti, è scesa in strada per opporsi alle stringenti limitazioni subentrate con il nuovo Dpcm per il comparto ristorativo. Sulla pagina “Confcommercio Campania” sono stati postati foto e video girati sul posto.
La manifestazione era già stata annunciata pochi giorni, e ha interessato varie zone d’Italia, fa con tanto di locandina in cui si legge: “Siamo a terra”. A riprova della disperazione che sta animando la classe dei lavoratori italiani, messi in ginocchio già dal lockdown di marzo.
Tra i partecipanti, imprenditori, barman, camerieri e tutte le figure addette alla ristorazione. Quasi tutti vestiti di nero, a voler simboleggiare quasi la “morte” delle proprie attività, altri in divisa da lavoro. A terra varie tovaglie apparecchiate con piatti e posate. Queste ultime utilizzate, poi, dai manifestanti che hanno iniziato a batterle l’una contro l’altra, o sui piatti, in segno di protesta.
Il tutto per dare voce alle imprese in maniera pacifica: “Vogliamo semplicemente avere dignità. Siamo disposti ad accettare qualsiasi limitazione purché sia concordata. Non possiamo subire in un mese nuove ordinanze e dpcm che vanno a limitare la vita delle nostre aziende e dei nostri lavoratori. Pretendiamo dignità e rispetto.”
Qualcuno regge la gigantografia di uno scontrino fiscale, intestato alla Regione Campania e al Governatore De Luca, in cui sono elencate le varie perdite: 1,5 miliardi di fatturato perso, 700 milioni di stipendi persi, 60 mila lavoratori, 9 mila aziende a rischio per un valore di oltre 7,5 miliardi. Alla fine compare la scritta “Scusate ho fallito”.
La protesta dei ristoratori campani è solo una delle tante intercorse in questi ultimi giorni. Tutte accomunate dalla preoccupazione di un popolo scosso dalla crisi economica aggravata dall’avvento della pandemia.