Nuovo DPCM, de Magistris a Conte: “Scarica sui sindaci quello che non ha fatto nella Sanità”
Ott 19, 2020 - Redazione
Il nuovo DPCM annunciato ieri sera da Giuseppe Conte non ha trovato un’accoglienza unanime. Non sono in pochi coloro che si sono mostrati critici verso alcune parti del decreto: c’è Vincenzo De Luca, intervenuto ieri sera a Che Tempo Che Fa, che parla di mezze misure e confusione, e d’accordo con il presidente della Campania sembra essere – almeno per la parte che gli riguarda – il sindaco Luigi de Magistris.
Il primo cittadino di Napoli ha inviato una nota alla stampa dove sottolinea le contraddizioni del DPCM, che vorrebbe restringere ulteriormente le libertà dei cittadini ma poggiandosi ancora una volta sulle amministrazioni locali. In particolare, la soluzione del coprifuoco non è praticabile in città già in difficoltà economica e con personale contato.
“Il Presidente del Consiglio ha annunciato che i Sindaci potranno adottare coprifuoco parziali, di vie e piazze, dalle 21. Conoscendo la sensibilità istituzionale del Presidente Conte e la coesione che deve caratterizzare questo difficilissimo periodo che vive la nostra Repubblica, non posso credere che si sia deliberatamente e dall’alto, senza consultare sul punto i sindaci d’Italia, scelto di scaricare su di noi una decisione non praticabile.
“L’effetto delle parole pronunciate dal Presidente del Consiglio davanti a milioni di italiane e italiani sarà quello di lasciare ancora una volta i sindaci con il cerino in mano. Lo Stato sceglie, quindi, di puntare il dito per nascondere quello che non si è fatto, in tante parti del Paese, per rafforzare la rete territoriale di sanità pubblica. Provo amarezza, sconforto e delusione per uno Stato che non ha la sensibilità, la volontà e la lungimiranza di mettere al centro i suoi cittadini e chi li rappresenta, a mani nude, sul territorio, con poche risorse umane e spesso senza un euro.
Dopo 9 mesi dallo scoppio della pandemia è un segno di debolezza e mancanza di lucidità dello Stato non riuscire a garantire il controllo del territorio e scaricarlo sui sindaci che spesso non hanno né personale, né soldi, per pagare straordinari.
“Presidente Conte corregga il tiro, faccia il generale che sta vicino ai soldati che combattono sulla prima linea con pochi viveri e poche armi e che cercano, ogni giorno, di arginare epidemia sociale, economica e lavorativa e contenere l’avanzata del contagio criminale“.